Lo straordinario valore di Manuele Blasi

di Salvatore Napolitano

Mercato in crisi? Prezzi crollati rispetto alle recenti follie? Assolutamente vero ed evidente. Ma non per tutti. Lo dimostra la storia di Manuele Blasi, passato dal Perugia alla Juventus nell’estate 2003. Per la società del presidente Gaucci, il trasferimento del centrocampista ha prodotto una plusvalenza pari a ben 17 milioni e 736mila 484 euro: in lire, poco più di 34 miliardi e 342 milioni. Grazie a quell’affarone, il bilancio si è chiuso con una perdita di soli due milioni e 182mila euro e il patrimonio netto si è attestato a due milioni e 571mila euro: in caso contrario, Gaucci, o meglio la Kilpeck Overseas Corporation che detiene il 99,5% delle azioni, avrebbe dovuto ricapitalizzare per circa 15 milioni e 200mila euro. Ma la Juventus aveva davvero talmente bisogno di Blasi da strapagarne il cartellino? Niente affatto. Qualche settimana dopo il suo arrivo a Torino, egli è stato prestato al Parma. Quali allora i motivi che hanno spinto i due Luciani (Moggi e Gaucci) a chiudere la trattativa? Impossibile stabilirlo con certezza: tuttavia, un indizio importante è dato dal nome del procuratore del giocatore: la Gea, nota società della quale il presidente è Moggi junior, tra i cui soci figura Chiara Geronzi, figlia di Cesare, numero uno di Capitalia, gruppo bancario che all’epoca deteneva in pegno tutte le azioni possedute dalla Kilpeck. Proprio quel valore attribuito a Blasi, obbliga oggi la Juve a ipervalutarlo nelle trattative per Emerson: pena una grossa minusvalenza in caso di vendita.

(Fonti: www.ilmanifesto.it)

 

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